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Musée national des arts asiatiques - Guimet
Grandi collezioni d'arte asiatica, con Buddha afgani e oggetti tibetani, in edificio ottocentesco.
Il Musée national des arts asiatiques - Guimet di Parigi rappresenta un affascinante viaggio nell'arte e nel patrimonio culturale dell'Asia. Fondato alla fine del diciannovesimo secolo dall'operoso Émile Guimet, inizialmente era la sua collezione privata, raccolta durante i suoi ampi viaggi. Inizialmente aperto a Lione, trovò poi una sede permanente in Place d’Iéna nel sedicesimo arrondissement di Parigi nel millenovecentodiciassette. Oggi è gestito come museo nazionale dal Service des Musées de France.
Ospitato in un bellissimo edificio del diciannovesimo secolo, la facciata, i tetti e parti della sua biblioteca sono registrati come monumenti storici. Una grande ristrutturazione, completata tra la metà degli anni novanta e i primi anni duemila, lo ha trasformato in un moderno centro culturale che ospita mostre temporanee, retrospettive cinematografiche, concerti e spettacoli dal vivo, insieme alle sue ben curate gallerie permanenti.
All'interno, i visitatori possono scoprire gallerie organizzate sia per area geografica sia per disciplina artistica. Il museo vanta impressionanti collezioni di arte cinese che abbracciano migliaia di anni, statue e oggetti decorativi del Sud-est asiatico, splendide sculture e miniature indiane, e una rinomata raccolta di arte tibetana. Pezzi provenienti da Corea e Giappone, come reperti dei samurai e maschere teatrali, arricchiscono ulteriormente l'esperienza.
Tra i punti salienti si trovano sculture Gandhara e greco-buddhiste, elementi decorativi ellenistici del nord dell'Afghanistan e preziose opere provenienti da siti come Borobudur, templi Khmer e Ai-Khanoum. La rotante collezione Jean e Krishnā Riboud di tessuti e oggetti d'arte, insieme a un vasto archivio fotografico, conferiscono al museo dimensioni uniche.
Il museo si erge come un vitale custode della diversità culturale e religiosa dell'Asia. Recenti dibattiti sui cambiamenti nelle pratiche di denominazione ci ricordano che i musei sono istituzioni viventi, in continua interazione con la storia e l'identità.